Come il Coronavirus può determinare esperienze traumatiche?

Il trauma psichico è un’esperienza che ognuno può esperire nel corso della propria vita. In questa epoca storica così particolare e delicata, molti italiani, vivono esperienze stressanti che si possono strutturare in esperienze traumatiche. Pensiamo alle figure sanitarie che sono in prima linea nell’aiutare i malati, ai familiari che si trovano catapultati in una realtà angosciante, ai volontari. Nel presente articolo cercherò innanzitutto di definire che cos’è il trauma e quale trauma si può sviluppare in questa situazione. Per una trattazione di una delle conseguenze che si possono determinare in seguito a queste esperienze, ovvero il Disturbo Post Traumatico da Stress, vi rimando all’articolo specifico che troverete a questo link.

Che cos’è il trauma psichico?

Comunemente si parla di trauma per definire uno spartiacque tra un prima e un dopo, dove nel mezzo si è verificato un episodio o più che hanno determinato una “rottura”, una “ferita”, come ci suggerisce la stessa etimologia greca del termine.  Ci sono infatti eventi che si configurano come esperienze traumatiche che sono delle vere e proprie fratture che dividono in due periodi la narrativa personale. Questi eventi rappresentano un punto di non ritorno nei vissuti delle vittime che le vivono.

Definizioni

Molte sono le definizioni che possiamo trovare, che dipendono anche dall’approccio teorico e clinico con cui si affronta il trauma. Ve ne cito alcune significative che ne racchiudono il nucleo di senso.

Secondo Saakvitne, quando si verifica un’esperienza traumatica  “la capacità di un individuo di integrare la propria esperienza emotiva, di rimanere presente, comprendere quanto accade, dare un senso all’esperienza viene sopraffatta da una minaccia alla sua vita e alla sua integrità corporea, o di un caro.”

Secondo Odgen e Minton  “la situazione è percepita come minaccia per la sicurezza e sopravvivenza del soggetto che stimola le risorse difensive subcorticali e l’iper o ipoarousal.”  La minaccia è percepita cognitivamente, ma soprattutto  tramite sensazioni, impulsi fisici e fisiologici che precedono la funzione cognitiva ed emotiva.

Lo stress traumatico

Per poter comprendere che cos’è il “trauma psichico” è necessario prima definirne la sua natura che si esprime attraverso uno “stress traumatico”. La risposta di stress rappresenta uno stato di tensione psichica e fisica che altera l’equilibrio, l’omeostasi dell’individuo, attivando delle reazioni che per la loro natura sono funzionali a “gestire” la situazione stressogena che possono essere:

  • Attacco: fight
  • Fuga: flight
  • Immobilizzazione: che  può essere di tipo transitorio e rapido (freezing), o di paralisi flaccida (flag o morte apparente), paralisi tonica
    (fright)

Lo stressor, o fattore stressante,  si colloca lungo un continuum che va dal cosiddetto eustress (stress positivo) al distress (stress negativo). Lo stress quindi non è di per sé sovrapponibile al trauma, ma può diventarlo.

Lungo questa linea lo stress traumatico è una forma di stress estremo; si può attuare in situazioni in cui l’evento negativo è imprevedibile, inatteso, incontrollabile, rappresenta una minaccia per sé o per un’altra persona. Contestualmente non riusciamo ad accedere alle risorse individuali o collettive per far fronte all’evento.

Il trauma secondo la prospettiva EMDR

Secondo la prospettiva EMDR  i traumi si possono raggruppare in due macro categorie:

Traumi con la T maiuscola, corrispondono ad esperienze traumatiche di natura estrema che comprendono la percezione di pericolo per il corpo, l’attacco al Sé e alla propria integrità fisica o delle persone care.  Il soggetto rischia personalmente di morire o questo rischio appartiene ad un parente, un amico, etc.. I traumi con la T maiuscola sono le catastrofi naturali, o azioni dannose provocate dall’uomo e  vissute quindi direttamente o come testimoni.

Traumi con la t minuscola, sono invece tutte le esperienze in cui non si esperisce la “morte”, quindi non sono esperienze traumatiche estreme, ma pur riguardando eventi di vita che presi singolarmente sono meno catastrofici, vengono comunque vissuti con una percezione intensa di pericolo e da una natura cronica; pertanto il loro potenziale traumatico non risiede nel singolo episodio ma dal fatto che gli episodi sono costanti e ripetitivi e spesso riguardano le proprie figure di attaccamento e vengono vissuti primariamente durante l’età infantile.

Coronavirus e trauma psichico

Tutte le persone che vivono direttamente le conseguenze del Coronavirus possono quindi vivere un Trauma con la T maiuscola. In questo caso però con una particolarità nuova che ha colto tutti impreparati: le catastrofi naturali permettono nella loro drammaticità di fare i conti con qualcosa di tangibile e con qualcosa che comunque, anche se non esperito prima personalmente lo conosciamo, sappiamo cos’è, lo possiamo osservare. Il Coronavirus è un mostro invisibile, sappiamo che c’è, ma è subdolo; non sappiamo se ci sta colpendo direttamente, finché purtroppo non ne osserviamo le conseguenze e spesso subiamo inermi quello che sta accadendo.