DIVERSITY, EQUITY E INCLUSION, il cui acronimo è DEI si riferisce ai temi di diversità, equità ed inclusione all’interno degli ambienti di lavoro. Rappresenta una nuova consapevolezza da parte delle aziende rispetto alla possibilità e necessità di valorizzare tutte le diversità nel lavoro. Nel passato si parlava di integrazione di diversità in generale, attualmente la DEI rappresenta l’insieme di politiche e programmi orientati ed integrati che cercano di valorizzare le peculiarità di ciascuno, promuovendo la partecipazione delle persone con il proprio background, le proprie esperienze, abilità e competenze, valorizzando le diversità, sviluppando l’equità dando così vita ad un contesto lavorativo inclusivo.

Diversity

Vediamo ad una ad una questa parole partendo da DIVERSITY, portatrici di grandi significati e fondamentali per un cambiamento culturale, anche all’interno di contesti aziendali. Statisticamente non riusciamo a definire le persone, pur avendo numerosi dati su una persona non possiamo definire la loro identità, quali sono le loro storie, le caratteristiche che le rendono uniche. Allora come possiamo definire meglio l’unicità delle persone?

Ci provo…

La prima cosa che viene in mente parlando di diversità è che è l’opposto della normalità, concetto che in realtà non esiste, o come ha detto la poetessa Alda Merini “La normalità è una invenzione di chi è privo di fantasia”, un po’ come accade per la statistica che offre dati che poco aggiungono alla descrizione delle persone.

L’età, la disabilità, l’etnia, la religione, l’orientamento sessuale, l’identità di genere, lo status socio-economico e molte altre…. differenziano le persone ma possono essere utilizzati come elementi che ghettizzano ed emarginano.

Parlare di diversity, quindi implica non solo un’accettazione delle differenze,  ma piuttosto la loro valorizzazione qualunque esse siano, tra ogni singola persona.

Equity

L’altra parola è EQUITY, ma qual è spesso la realtà e che cosa possiamo fare per arrivare all’equità?

Vediamolo per immagini: la realtà spesso offre ad una persona molto più del necessario, mentre ad un’altra meno di quel che necessita, creando enorme disparità. Un soffitto di cristallo che rappresenta una barriera trasparente, dove in apparenza non ci sono differenze, ma invece ci sono profonde disuguaglianze nel trattamento.

L’uguaglianza parte invece dal presupposto che ognuno beneficiando degli stessi supporti, venga trattato equamente, ma come ci mostra l’immagine, se il supporto non è “tarato” sulle specificità della persona, ci sarà chi potrà godere della partita, chi riuscirà a vederla a mala pena e chi non potrà vederla.

Arriviamo all’equità dove ad ognuno è garantito il supporto di cui ha bisogno, che mira a garantire il trattamento, l’accesso, l’uguaglianza di opportunità e il progresso per tutti, cercando anche di identificare e rimuovere le barriere che hanno impedito ad alcuni gruppi di partecipare pienamente, promuovendo infine la giustizia e l’imparzialità all’interno dei processi, delle procedure e della distribuzione delle risorse da parte di sistemi o istituzioni.

L’obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare alla giustizia, ovvero all’eliminazione di tutte le barriere che creano inequità.

Quindi l’equità fornisce a ciascuno, tenendo conto della propria unicità, strumenti necessari per poter godere degli stessi diritti e accedere alle stesse opportunità.

Inclusion

Infine arriviamo al termine INCLUSION, inclusione, ma che cosa significa realmente essere inclusivi? Partiamo dal principio che gli elementi di fragilità che possono limitare lo sviluppo e il progresso sociale degli individui sono molteplici e dipendono in larga misura dalla società e dal contesto in cui sono collocati. Diventa centrale pertanto cercare di comprendere il processo necessario per arrivare a far si che qualunque persona possa a pieno titolo godere di tutto ciò che la società offre considerando che di fatto, è il contesto ad essere disabilitante, discriminatorio e ad impedire dei reali percorsi di crescita di ciascuno, oltre che ad impedire che si riesca a stare all’interno di un contesto lavorativo con la serenità e l’entusiasmo necessari per poter trascorrere un tempo di qualità che si trasformi in un processo virtuoso per le aziende stesse.