I disturbi alimentari sono condizioni complesse che colpiscono un numero crescente di persone in tutto il mondo.

Nel 2019 erano i casi di disturbi alimentari (anoressia, bulimia e binge eating) intercettati erano stati 680.569, nel 2020 erano balzati a 879.560, nel 2021 a 1.230.468, e nel 2022 a 1.450.567.  Questi disturbi non riguardano semplicemente la quantità di cibo che una persona mangia, ma coinvolgono una vasta gamma di fattori fisici, emotivi e psicologici. In questo testo divulgativo, esploreremo i disturbi alimentari più comuni, i loro sintomi, le possibili cause e le opzioni di trattamento disponibili.

Quali sono i disturbi alimentari più diffusi?

I disturbi alimentari più comuni:

  1. Anoressia nervosa: caratterizzata da una preoccupazione ossessiva per il peso e la forma del corpo, con conseguente riduzione drastica dell’apporto calorico e perdita di peso significativa.
  2. Bulimia nervosa: caratterizzata da episodi ricorrenti di abbuffate seguite da comportamenti compensatori, come il vomito autoindotto o l’uso eccessivo di lassativi, al fine di evitare l’aumento di peso.
  3. Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder): caratterizzato da episodi regolari di abbuffate incontrollate senza comportamenti compensatori, portando a sentimenti di colpa, vergogna e aumento di peso.

Sintomatologia e origini dei disturbi alimentari

Sintomi comuni dei disturbi alimentari:

  • preoccupazione eccessiva per il peso, la forma del corpo e l’aspetto fisico,
  • distorsione dell’immagine corporea,
  • cambiamenti nella dieta, come restrizioni estreme o abbuffate incontrollate,
  • ansia o depressione legate al cibo, al peso o all’immagine corporea,
  • isolamento sociale o ritiro da attività solitamente piacevoli,
  • fluttuazioni di peso significative.

I disturbi alimentari sono il risultato di molteplici fattori, che possono includere:

  1. Fattori genetici: esistono alcune evidenze scientifiche che suggeriscono una predisposizione genetica allo sviluppo dei disturbi.
  2. Fattori psicologici e familiari: bassa autostima, perfezionismo, ansia, contesto familiare, sono determinanti nello sviluppo dei disturbi.
  3. Pressioni sociali e culturali: ideali di bellezza irrealistici promossi dai media e dalle pressioni sociali possono influenzare negativamente la percezione del corpo.
  4. Eventi traumatici o stressanti: esperienze traumatiche o elevati livelli di stress possono scatenare o aggravarli.

Trattamento e supporto

I disturbi alimentari richiedono un approccio multidisciplinare che coinvolge professionisti della salute mentale, medici e nutrizionisti. Alcuni dei metodi di trattamento comuni includono:

  1. Terapia individuale: può aiutare a identificare e affrontare le cause sottostanti e adottare strategie per migliorare il rapporto con il cibo e il corpo.
  2. Terapia familiare: Coinvolgere i membri della famiglia nel processo di guarigione può favorire la comprensione e il supporto necessari per il recupero.
  3. Supporto nutrizionale: Lavorare con un dietista o un nutrizionista esperto può aiutare a ripristinare un rapporto sano con il cibo e adottare un’alimentazione equilibrata.
  4. Supporto di gruppo: Partecipare a gruppi di supporto o programmi di recupero può offrire un ambiente sicuro per condividere esperienze, ricevere sostegno e imparare strategie di coping efficaci.

Disturbi alimentari ed EMDR

Il lavoro psicoterapeutico prevede la rielaborazione di tutte quelle esperienze angoscianti legate alla storia della
persona e che possono essere causa della sintomatologia ansiosa.
L’approccio EMDR offre l’occasione non solo per rielaborare i traumi del passato, ma anche per potenziare le capacità
personali e le risorse individuali, aumentando l’autostima per affrontare le sfide della vita quotidiana e per risolvere i
sintomi, spesso cronici dei disturbi alimentari.

Riflessioni conclusive

I disturbi alimentari sono malattie complesse e serie che richiedono attenzione e cura adeguata. Se sospetti di soffrire di un disturbo alimentare o conosci qualcuno che ne soffre, è importante cercare aiuto professionale. La guarigione è possibile con il supporto adeguato e l’impegno personale per affrontare le sfide che riguardano il rapporto con il cibo e il corpo.